CONVEGNO 21-04-2018 – INTERVENTO PADRE MARINO PORCELLI
Il 21 Aprile 2018 , Auditorium Varrone, si è tenuto il convegno:
Funzione educativa del cammino
Aspetti pedagogici, psicologici e medici
Si riportano di seguito le parole di Fra Marino che hanno ispirato l’intervento tenuto durante il convegno del 21 Aprile:
MOLTI CAMMINI…UN SOLO CAMMINO!
Come ci sono diverse tipologie di Camminatori: vagabondo, girovago, naturalista, turista, pellegrino, l’amante dell’arte; così ci sono diverse tipologie di Cammini: verso una meta turistica, verso un luogo di fede, verso una vetta alpina, cammino organizzato, in solitaria, in gruppo…
Dinanzi a tanta molteplicità di proposte, di figure simboliche, di metodi e forme, dinanzi a tanta molteplicità di benefici fisici, psichici, spirituali, sociali, culturali e socializzanti per chi decide di porsi in cammino, mi chiedo: c’è una espressione, un modus e una sostanza, una figura di sintesi che li può contenere tutti ??
Credo di si, è il camminare dentro se stessi, è non prefigurarsi una meta, è non stancarsi di cercare e lasciarsi cercare, è porsi domande e porre domande, senza coltivare la presunzione di avere risposte prefabbricate in tasca.
Siamo tutti malati di dogmatismo pratico che invece di liberarci e fornirci sicurezze, in realtà ci asfissia.
La ricerca del Desiderio profondo è l’unico modo sensato di “camminare” e poi farlo insieme, non come monadi narcise e autoreferenziali, ma come soggetti umani in relazione.
Chi decide di camminare a piedi, implicitamente decide che ha bisogno di una indicazione “altra”, di qualcuno che lo aspetti, di qualcuno che lo aiuti nel momento del pericolo o della difficoltà, di un Oltre da sé così da uccidere in sé stesso quel delirio di onnipotenza che ci pervade più o meno tutti.
Cercare il Senso del nostro andare, camminare, cercare, interrogarsi, ci ridona la nostra giusta dimensione, quella di essere mendicanti d’amore, mendicanti di Senso, infaticabili cercatori di ”perle preziose”. Autentiche, non di buona copia!
L’esatto contrario del mito post moderno delle risposte facili con un clic su Google.
L’esatto contrario del mito dell’autoreferenzialità, del “bastare a se stessi”, iper-connessi da un lato e terribilmente soli dentro quell’anima così troppo accantonata, stanca e dimenticata.
Ogni essere umano, a qualsiasi confessione religiosa appartenga e perfino l’ateo e l’agnostico bramano, cercano e si regalano una “spiritualità” che dia significato allo scorrere del tempo.
Riscoprire questa radice profonda dentro di sé è la chiave che apre la possibilità di mettersi in cammino, rifiutando ogni pericolo di stagnazione, passività e staticità.
In fondo la fede è un cammino, ha detto il Vescovo Domenico.
“Camminare è necessario per vivere. Quando si comincia a non camminare vuol dire che c’è qualcosa che non funziona. Camminare è ciò che dice che la vita è sana, che siamo ancora in salute, che la vita è ancora in qualche modo davanti a noi”.
I miei anziani genitori non camminano più da mesi e mesi ed è curioso che solo di questo si lamentano di più.
“Così è per la fede : è sempre un camminare: non è un arrivare alla meta, è un continuo mettersi in cammino. Bisogna aiutare questo cammino e se qualcuno arranca bisogna aspettarlo, ma senza fermarsi, perché il cammino e il camminare sono la prova della fede”.
Anche l’icona dei discepoli di Emmaus è stupefacente, fanno una dozzina di chilometri nella direzione sbagliata, verso Emmaus. Non riconoscono il Senso di quell’andare verso quella presunta meta. Sono tristi e disillusi. Ma poi, riconoscono il Senso e tornano indietro, correndo, felici.
Quel misterioso viandante che cammina accanto a loro gli brucia il cuore e il loro andare ora è ricco di benessere, promessa di vita riconosciuta, Salvezza integrale della persona.
“L’andare a piedi nudi per il mondo” di Francesco, in povertà, per annunciare una ritrovata pace del cuore e la riconciliazione, non conosce una meta stabilita. Va ovunque e torna sui suoi passi continuamente! Ma è continuamente in sintonia con il desiderio profondo di umanizzare le relazioni rendendole non funzionali a qualche interesse privato, con l’unico intento di ristabilire la sola legge possibile, quella dell’essere fratelli e sorelle di tutti.
Sulla nuda terra, alla vigilia della morte, Francesco esclama tra lo sconcerto generale dei frati: “Cominciamo, fratelli, a servire il Signore Iddio, perché finora abbiamo fatto poco o nessun profitto!”.
Non lo sfiorava neppure il pensiero di aver conquistato la meta e, perseverando instancabile nel proposito di un santo rinnovamento, sperava sempre di ricominciare daccapo. Anche la Bellezza, la Santità, la Bontà è “principiante”, nel senso che “principia” continuamente.
Da dove principiare dunque?
Dai giovani, dalle scuole, dalle Università, invitarli a camminare a piedi dentro e fuori la forza creativa che li abita.
Fra Marino